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Roberta Buttini
Artist

 Dice Réné Alleau: "Di ogni cosa la parte meno nota è il suo inizio". E proprio la ricerca degli inizi della rappresentazione è il fulcro dell'attività artistica di Roberta Buttini. Il ripercorrere le strade dell'epistème per arrivare ai fondamenti della significazione, per risalire alle origini dell'intento di rappresentare e di comunicare: attività umana per antonomasia. Logico, quindi che il suo percorso sia stato definito antropologico. Logico che la sua ricerca sia quella - sia pure in una dimensione immaginativa - della paleontologia e dell'antropologia culturale. Dunque uno scavo in profondità, sotto secoli di sedimenti, di rumore di fondo, di utilizzo di significanti...
Quanto lontano si può arrivare, in questa direzione? La risposta può essere data egregiamente riferendo un brano di Claude Lévi-Strauss: "Penso che abbiamo perduto alcune cose, e forse dovremmo cercare di riacquistarle. Non sono sicuro che nel mondo in cui viviamo, e con il tipo di pensiero scientifico che siamo destinati a seguire, noi possiamo riavere queste cose esattamente come se non le avessimo mai perdute; ma possiamo almeno cercare di renderci conto della loro esistenza e della loro importanza". (Mito e significato, Milano 1980).
Ma per penetrare una materia così densa e complessa, così profonda e turbolenta, più del cuore di un vulcano in attività, di quale ermeneutica si serve? su quali fondamenti basa la sua ricerca?
All'interno del suo approccio schiettamente fenomenologico, possiamo individuare quattro cardini, le quattro gambe che reggono il tavolo di Roberta Buttini:

A partire da questi quattro assi si è strutturata la proposta di organizzare una scelta delle opere di Roberta Buttini. La ricerca di un criterio che non fosse cronologico ma tematico è stato suggerito dalla straordinaria evoluzione di soggetti analoghi o riconducibili ad uno stesso nucleo simbolico attraverso differenti periodi. Abbiamo voluto testimoniare come si è sviluppato l'argomentare dell'artista intorno a questi propulsori di significati:

 La gestalt e le analogie evocate dalla forma
Risalendo alle origini del segno è impossibile non imbattersi nelle pregnanze descritte dalla Gestaltpsychologie, che caratterizzano di straordinaria modernità le prime tracce umane. Da questa consapevolezza, che di fatto è il recupero di un sapere arcaico, nasce la ricerca dell'essenziale, dell'emergente, del segno o della traccia o del manufatto assunto comunque sempre come forma: giustapposta, celata, confrontata o trafitta nel suo coerente scenario. E dalla pura forma R. Buttini riesce ad inseguire le declinazioni le miriadi di contingenze che hanno evocato o richiamato la forma, la quale si propone (prima ancora che come narrazione e protagonista di un contesto) come "puro oggetto esistente", come messaggio pre-linguistico, come idea pre-cosciente, come suono pre-verbale, a cercare nella rappresentazione la contiguità tra uomo e natura.

 La semiotica e la comunicazione
Una ricerca di questa natura potrebbe esimersi dal tentativo di razionalizzare i reperti e potrebbe già vivere di vita propria, tanto è forte il motivo propulsore di questa ricerca. Ma quando all'abile ricerca di soluzioni formali (ed anche artigianali) si somma la cultura e la curiosità per le preesistenze, ecco che la ricerca artistica ne viene ulteriormente vivificata e i segni divengono emblemi, sigilli, simboli, marche, lettere, suoni e segnali. Ecco che le "citazioni" ugaritiche o gli stilemi fenici si confrontano con le moderne segnaletiche, e le forme delle civiltà sovrapposte ci rivelano le analogie tra est e ovest, tra nord e sud, tra passato e futuro. Analogie di forme lontane dai loro significati contingenti (o non necessariamente collegate ad essi). Analogie e "messaggi" verificati attraverso cataloghi che mescolano storiografia ed espressione spontanea, ricerca dei reperti e sperimentazione.

 Il naturalismo e l'evoluzione
L'indagine è nella natura, dove per "natura" si intende qualcosa di profondamente presente nell'uomo e qualcosa di cui l'uomo fa parte. Qualcosa, quindi, di ben diverso dalla visione contemporanea della natura come di qualcosa di contrapposto o estraneo all'essere umano (o semplicemente "diverso" dall'essere umano). Natura, quindi, in cui l'uomo è ben presente con la sua forza e con il suo smarrimento, ma ben sostenuto dal suo universo materico di acqua, aria, terra e fuoco ed anche dal suo universo mistico, colto nell'atto rituale in cui l'uomo cerca un contatto con questo universo. Natura osservata nel suo divenire (anche se spesso di questo divenire si ricercano gli invarianti) che diviene narrazione dell'evoluzione e, di volta in volta, testimonianza delle permanenze, memoria, analisi della congruenza, ricerca del significato nascosto e dell'elemento propulsore.

 La storia come esperienza umana
Una narrazione che raramente si fa cronaca, preferisce restare descrizione del profondo, testimonianza (a volte anche accorata partecipazione) ai momenti epocali, ai passi decisivi, allo struggente percorso della razza umana sulla terra. Le opere di Roberta Buttini nel loro richiamarsi in maniera così esplicita alla storia di noi tutti, sembrano anche ricordarci che la storia non è mera sequenza di fatti, ma è anche, e forse soprattutto una miriade di desideri, di aspettative, di sogni sognati e forse mai realizzati, di ricordi e di trasformazioni di ricordi, di sovrapposizioni di ragioni e di torti. Al di sopra, o oltre tutto questo umano rumoreggiare restano le immagini, le tensioni e gli equilibri, restano ancora e sempre le forme e i segni con la loro permanente forza.

A partire da questi quattro assi si è strutturata la proposta di organizzare una scelta delle opere di Roberta Buttini. La ricerca di un criterio che non fosse cronologico ma tematico è stato suggerito dalla straordinaria evoluzione di soggetti analoghi o riconducibili ad uno stesso nucleo simbolico attraverso differenti periodi. Abbiamo voluto testimoniare come si è sviluppato l'argomentare dell'artista intorno a questi propulsori di significati:

 Tracce
Grandi momenti evolutivi e paradossi della società contemporanea. Scrigni atavici che conservano segreti millenari. Indizi sulla nostra specie e sull'impatto della nostra specie sul pianeta.Impronte umane che possono diventare anche linguaggi criptati, il cui tentativo di decodifica scatena la memoria immaginativa.

 Presenze
Reperti che rivelano azioni remote: come l'archeologia evocano vite e desideri di altri tempi, visualizzazioni di destini, impegni ed applicazioni per dar forma all'intento. Ma non soltanto impronte umane: anche presenze mitologiche e messaggi da forze sconosciute.

 Segni
Il segno come testimonianza dell'istanza comunicativa il mondo della grafia dalle paleoscritture ai linguaggi onirici e immaginari, alla ricerca di un alfabeto metafisico ma anche di simboli, linguaggi naturali e artificiali, simbologia antica e moderna , informazioni dal mondo dell'inconscio.

 Strumenti
Oggetti umani, presenze museali ma anche trucchi teatrali, giocattoli e reperti autentici, a volte provenienti da altre civiltà, si mescolano per parlarci degli intenti e delle attività del passato "presenti" nell'opera stessa realizzata con il piacere artigianale "antropologico" .

Marco Vimercati

 

 

 

 

 

 

 

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