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Roberta Buttini
Artist

CLAUDIO BERTIERI

La pittura di Roberta Buttini è una pittura antropologica. Nelle sue opere c'è l'antropologia e l'archeologia, sentimento del tempo e sentimento d'appartenenza; nel suo DNA c'è rimasto il senso di appartenenza, altrimenti, Roberta, non potrebbe interpretare così acutamente certi elementi che sono tipici della nostra cultura e affermo nostra perché, da ligure e sarzanese, posso dire che la nostra è una cultura raffinata estremamente rapida, ma che non ha mai saputo comunicare fuori.
Questo è l'aspetto negativo della nostra regione, della nostra terra stretta tra monti e mare che non ci permette di vantarci e portarci oltre i nostri confini.
Roberta è una che ha viaggiato nel mondo ma in fondo resta rinchiusa in se stessa e forse a Genova, dove lavora, sì e no si fa conoscere e si fa vedere.
La sua pittura è enormemente vicina al sentimento di un tempo che è il novecento. Il novecento è stato sicuramente il secolo dove il segno ha maggiormente rappresentato la vita, la verità.
Oggi non ci accorgiamo, perché non siamo più coscienti, noi stiamo attraversando una strada, c'è un semaforo, ci dà il rosso, ci fermiamo, ma minimamente non ragioniamo del fatto che cento anni fa una persona come noi sarebbe andata avanti tranquillamente e così, tutto questo, perché Roberta Buttini recupera i segnali stradali come comunicazione,c erto, ma come recupero e come fatto antropologico; così come nei suoi alfabeti che va cercando nel passato tra mito e rito, tra mistero, alchimia e magia e che riesce a mescolare certi elementi per poi ridargli una vita diversa. Questa rielaborazione è forse l'aspetto più importante di tutta la sua opera di recupero, delle cose del passato, con gran sensibilità e con quello che è stato il suo momento iniziale del'attività artistica che è il concettuale.
In quest'esposizione, c'è un quadro a forma di lunetta, che è straordinario, è chiaramente concettuale però tradotto in una forma che è molto più avanzata ed è quella che oggi la contraddistingue, così come l'uso di certi materiali che poi sono i materiali del quotidiano, però Roberta li adopera in maniera diversa, le stoffe bruciate e soprattutto quell'elemento che ritorna sempre, il quadrato.
Questo quadrato, è un elemento importante, parla di razionalità, è un elemento costante che ritorna trasformato e va a recuperare le cose dell'antichità dove si avverte il fascino straordinario che è il fascino del mistero al contempo della cultura.
La funzione del critico è di fare da intermediario tra l'artista ed il pubblico distratto, la sua funzione è come quella dello storico e degli operatori culturali per far capire quello che l'artista ha detto: nelle opere di Roberta Buttini e nel lavoro di recupero degli alfabeti, si leggono moltissime cose.
Se uno ha un attimo d'attenzione comincia a valutare i colori, la composizione, la forma, i richiami, ecco che allora pian piano c'entra dentro, come fa lo spettatore nel vedere un fil,m o leggere un libro, nell'opera artistica è più difficile però Roberta offre una chiave di lettura straordinaria che è quella d'unire cultura e appartenenza e questo mi sembra il più bel complimento che io possa fare, al come, lei artista, ci ha raccontato la nostra storia.

Claudio Bertieri

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